Come inizia la “Craft Revolution” e l’onda lunga dei birrifici artigianali
A cura del Dr. Dante Palombi, sommelier FISAR
Colonna Sonora consigliata: “Have you ever seen the rain” dei Creedence Clear Revival
Il fenomeno delle “craft breweries”, cioè delle birrerie artigianali nasce in California negli Anni 70. In quel momento, come nel resto del mondo, la produzione birraria era ormai concentrata nelle mani di pochi grandi produttori. La birra si beveva in casa grazie ai frigoriferi e in lattina. Erano birre a bassa fermentazione, appiattite su livelli qualitativi molto bassi, praticamente tra loro identiche.
In questo quadro, con i piccoli e medi birrifici ormai in via di estinzione, a San Francisco nel 1965 Fritz Mayfag acquistò e riuscì a salvare la Anchor Brewing Company. La birra prodotta era una “steam Beer”, cioè una birra realizzata con lieviti a bassa fermentazione ma a temperature più elevate. Scelse con coraggio di restare piccolo, tradizionale e indipendente.
Nel 1976, bicentenario dell’Indipendenza, volle produrre una birra in stile inglese, una Pale Ale (birra ad alta fermentazione chiara) dal nome “Liberty Ale”.
Il suo abituale fornitore di luppoli, della Yakima Valley, gli fece provare l’esperimento 56013, un ibrido tra un luppolo russo ed uno inglese. Il nome commerciale era “Cascade”, come la vicina catena montuosa. Era il primo luppolo aromatico americano, con un intensissimo sentore di ribes nero ed agrumi. Questo luppolo ha rivoluzionato il modo di fare birra. La Liberty Ale divenne una Pale Ale fortemente luppolata e tipicamente americana, una vera Indian Pale Ale. In questo modo aprì la strada ad un nuovo mondo, seguito da tutti gli “homebrewers” dello Stato.
Non è un caso che questa storia inizi a San Francisco, allora epicentro della contro-cultura americana, della protesta nei campus universitari, della west coast music.
Sulla spinta di questa onda, nel 1978 il presidente Jimmy Carter abolì l’ultimo emendamento ancora in vigore della legge sul proibizionismo, liberalizzando la produzione e la vendita della birra domestica a livello nazionale. Il resto è storia!