L’Uva di San Francesco Saverio

A cura del Dr. Dante Palombi, Sommelier FISAR

San Francesco Saverio, giovane gesuita, è stato il primo grande missionario cattolico in Estremo Oriente.
Oltre alla buona novella di Gesù, lungo la via della seta, i missionari portarono la “vitis vinifera europea” necessaria alla produzione del vino per le funzioni liturgiche.

Dall’incrocio con una vite selvatica cinese addomesticata sembra sia nata questa uva particolare, autoctona, che prende il nome da un villaggio in Giappone nella prefettura di Yamanashi, alle falde del Monte Fuji: l’uva Koshu.

Gli acini, dalla buccia molto spessa sono di colore rosaceo e voluminosi. Viene coltivata su pergole in modo da proteggerla dall’umidità del terreno ed ogni grappolo viene rivestito da particolari ombrellini (origami è la tecnica giapponese per piegare minuziosamente la carta).
Il vino che si ottiene è di colore giallo paglierino, leggero ma mai banale, con profumi delicati di yuzu (agrume giapponese), fiori di arancio, gelsomino.

È un vino elegante, leggiadro, versatile, in grado di abbinarsi alla loro cucina tipica, ai crudi di pesce (magari con una goccia di olio di soia), senza mai sovrastarli.
Nota peculiare degustativa è la particolare sapidità umami che rende questo vino unico. Magari per la Vigilia di Natale…