Il Riesling

Mai pensato che l’odore di gasolio potesse essere una nota distintiva di un vino?
Durante le feste natalizie si è soliti mettere a tavola anche bottiglie di vino di provenienza estera che rimandano sempre ad un fascino esotico.

foto Sandra Grunewald

La Francia ne fa da padrona, ma è dalla Germania che arrivano le bottiglie più conturbanti e dalla cui qualità si fa fatica a credere nella provenienza. Il merito è di un vitigno: il Riesling renano. Conosciuto e coltivato già dai tempi dei romani questo vitigno, a bacca bianca, è conosciuto per essere adatto alle coltivazioni in climi freddi, anzi è proprio questa caratteristica a donare poi al vino una longevità unica.

Il tempio della coltivazione del riesling sono le regioni tedesche sud-occidentali attraversati dai fiumi della Mosella, Saar e Rhur. Vitigno molto complesso da gestire in vigna in quanto presenta una maturazione tardiva tra ottobre e novembre. In base poi al periodo della vendemmia abbiamo vini con caratteristiche e residui zuccherini precisi.

Ma quello che contraddistingue il Reisling è proprio quella nota di “idrocarburo” che il vino riesce a sprigionare nella sua lunghissima maturazione in bottiglia, unito ad una complessa alchimia che fonde insieme un residuo zuccherino importante ad una spiccatissima acidità. Per un vino così speciale non poteva mancare una bottiglia speciale, e infatti la bottiglia tipica dei riesling è unica nel suo genere: allungata e filiforme, prende il nome di alsaziana.

Per noi della fisar Teramo questo vitigno straniero così particolare non poteva mancare nel nostro calendario dell’avvento… quale momento migliore per provare una nuova tipologia di vino, se non durante il Natale?