A cura di Emilio Torreti, sommelier FISAR Teramo

Una coppa di Champagne…quante volte abbiamo ascoltato questa frase nei film?
Una storia, quella del bicchiere a coppa, che viene da lontano, attorno al 1660 quando, progettato in Inghilterra come un calice per i vini bianchi, la Francia lo fa proprio e, è proprio il caso di dire, lo modella attorno alla leggenda delle dimensioni dei seni di Madame Pompadour: un bicchiere le cui forme ampie dovevano esaltare le aromaticità sprigionate dai primi Champagne a tendenza dolce.
Da quando la metodologia di produzione di Champagne viene affinata, una nuova tendenza si insinua negli usi e costumi delle corti reali d’Europa: si vira dai vini con tendenze dolci verso dosaggi più bassi, di tipo secco.
Ed è qui che ci si accorse che bicchieri lunghi e stretti come la flûte, erano in grado di valorizzare questa tipologia di vini: se ne esaltavano infatti le percezioni visive del perlage e di persistenza dell’effervescenza, rendendo non più ideale l’abbinamento tra la coppa e lo Champagne.
Capiamo quindi come il bicchiere con cui beviamo il nostro vino spumante non possa essere considerato solo un semplice contenitore, ma come un vero e proprio strumento per far esprimere al meglio il vino che vogliamo degustare e che, come tale, va scelto con cura.
Negli ultimi 25 anni, la tipologia di bicchieri si è arricchita nella gamma di forme per esaltare tutte le tipologie di vini, fino al punto che anche vari consorzi locali hanno studiato e sviluppato propri calici al fine di esaltare le caratteristiche dei singoli prodotti.
Quindi ricordate, sebbene ancora oggi spesso il mito sia quello di degustare “una coppa di Champagne”, la regola aurea da tenere a mente è che per vini dolci, come un meraviglioso Moscato d’#Asti DOCG da abbinare ai nostri panettoni natalizi, utilizzeremo una coppa, ad ampia apertura, che esalti la tipica aromaticità del vitigno Moscato, mentre per vini spumanti secchi, come un ottimo Spumante Metodo Classico o un pregiato Champagne francese, utilizzeremo oggi calici più alti e slanciati come la flûte, ma sempre più diffusi sono oggi le varianti con una apertura di bocca maggiore quali i calici a tulipano.