a cura di Emanuele Catena sommelier Fisar Teramo
Durante le festività può capitare di voler “fare bella figura” e riesumare dalla cantina una bottiglia particolarmente invecchiata. Tra le tipologie di vini che danno il meglio di sé a distanza di molti anni, non si può non nominare il Barolo.
E, a proposito di Barolo, in pochi sanno che Camillobensocontedicavour (tutto attaccato) è stato anche un importante appassionato agronomo ante-literam.
Chiunque in Italia, per cultura personale o per semplici reminiscenze scolastiche, conosce il nome di Camillo Benso Conte di Cavour… Primo Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia, è il secondo per numero di vie, piazze o viali a lui intitolati in tutto il Paese.
Ed è a lui che dobbiamo anche la riscoperta di uno dei vini italiani maggiormente apprezzati nel mondo, il Barolo.
Prima del suo arrivo (e prima di Giulia Colbert Falletti, altra protagonista della storia di questo vino), il Barolo era un vino molto diverso da quello che conosciamo oggi… Uva nebbiolo, certo, ma tendente al dolce e non adatto all’invecchiamento.
La famiglia Cavour era proprietaria di molti vigneti tra l’astigiano e la zona del Barolo, ed il padre del giovane Camillo decise di inviare il figlio ad occuparsi dello sviluppo di questo ramo imprenditoriale delle proprietà.
Qui, Camillo Benso di Cavour, che aveva già mostrato una certa predilezione per le tematiche legate all’agricoltura e alla viticoltura, assieme alla collaborazione con l’enologo Pier Franceco Staglieno e, soprattutto, grazie all’arrivo del Bordolese Louis Oudart, rivoluzionò completamente la gestione delle vigne e della produzione tecnica in cantina.
Non bisogna dimenticarsi, infatti, che il Piemonte allora guardava ancora molto alla Francia e che la prima lingua del Conte di Cavour era il francese, e non l’italiano.
Ad ogni modo, è anche grazie all’intelligenza ed alla lungimiranza del nostro famoso Padre della Patria se oggi il Barolo è uno dei più apprezzati vini che il panorama vitivinicolo italiano può offrire.
Però, per favore alla vigilia di Natale, non servitelo col pesce!